Il Lindy Hop, una delle danze più rappresentative della musica swing, nasce ad Harlem, New York, tra gli anni ‘20 e ‘30 del secolo scorso e diventa in poco tempo un esempio di integrazione culturale tra bianchi e neri.
Il Lindy Hop trova la sua “casa” e il suo “vero nome” nel 1925, quando ad Harlem apre il Savoy Ballroom: centinaia di ballerini, senza discriminazioni e distinzioni, si riuniscono per ballare sulle note delle più grandi orchestre; ogni sabato sera sulla pista del Savoy si consumano competizioni di ballo e non esiste giorno in cui non vengano creati nuovi passi di danza.
Non solo, proprio qui, secondo la leggenda, il famoso ballerino Shorty George Snowden, durante una maratona di ballo organizzata in onore della trasvolata (hop, balzo) sull’Atlantico del pilota Charles Lindbergh (detto Lindy,) disse che si stava esibendo nel Lindy Hop.
Il Lindy è un ballo prevalentemente di coppia basato su otto e sei tempi. Si tratta di un’evoluzione di alcune social dance di quegli anni – charleston, collegiate, breakeway – caratterizzato dagli airstep (movimenti acrobatici), introdotti negli anni ‘30 del celebre ballerino Frankie Manning, e dal classico triplo step.
Nella classe avanzata di Lindy abbiamo deciso di mischiare questo ballo anche con il Balboa, un ballo di coppia che si distingue per la sua eleganza. Nato in California alla fine degli anni Venti questa danza swing americana si diffuse nelle ballroom dell’epoca, diventando il tipico ballo da sala West Coast.
Stefano
Federica
Simone
Angelica
Marco
Viviana
Il genere musicale Boogie Woogie nasce agli inizi del novecento tra le comunità nere del Texas come evoluzione del blues per pianoforte, ma solo nel 1928 con l’uscita del brano “Pinetop’s Boogie Woogie” assume il nome con cui tutt’ora lo conosciamo.
Numerosi miti e leggende hanno accompagnato la storia del Boogie Woogie dall’inizio del ‘900 sino alla sua diffusione nel resto degli Stati Uniti (anni ‘30) e il suo arrivo in Europa, intorno agli anni ’40, decennio in cui prende forma e si diffonde l’omonima danza.
Il Boogie Woogie è un ballo di coppia su sei tempi. Si tratta di un’ evoluzione del Lindy Hop, danza nata alla fine degli anni ’20, di cui ha mantenuto parte del gioco di gambe.
Non stupitevi se vedrete danzare Boogie anche su brani tipici degli anni ‘50. Questa danza si adatta facilmente a diverse tipologie di musica, l’importante è che non sia confusa con il Rockabilly Jive, evoluzione semplificata del B-W!
Luca
Monica
Il Rockabilly, il primo tra gli stili del Rock and Roll, è un genere musicale che si sviluppa all’inizio degli anni ‘50 nel sud degli Stati Uniti.
Chitarra elettrica e semiacustica, basso e batteria sono gli strumenti principali di questo stile che fonde le sonorità blues e R&B, caratteristiche della “black music”, con l’hillbilly, musica country degli anni ‘30 e ‘40. Il risultato è un concentrato di energia caratterizzata da una forte componente ritmica in grado di coinvolgere il pubblico in danze scatenate.
Il Rockabilly Jive rompe così gli schemi dei tecnicismi tipici dello Swing e del Boogie Woogie per dare spazio al divertimento. Il cavaliere guida la sua dama in evoluzioni e salti; le braccia sembrano quasi “scuotere e ruotare”; le gambe molleggiate e i piedi ben saldi a terra accompagnano la coppia in tutti i loro movimenti.
La moda è ormai cambiata, c’è più libertà e voglia di divertirsi: non ci si ritrova più nelle sale da ballo, ma per strada o negli scantinati; i ragazzi indossano jeans e pian piano si materializzano come per incanto le prime pin up che svincolano la donna dai canoni di bellezza classici.
Ma tutto ciò è destinato a esaurirsi in pochi anni. La cultura Rockabilly lascia così gli anni ‘50 per tornare di moda verso la metà degli anni ‘70 e radicarsi come una sottocultura vera e propria, tuttora esistente.
Matteo
Ilaria
Stefano
Federica
Il Solo Jazz (detto anche Authentic Jazz o Vernacular Jazz) nasce nei primi decenni del Ventesimo secolo e si sviluppa nelle comunità afro-americane dalla contaminazione delle radici africane con l’influenza Europea.
È un ballo individuale, che si balla sulla musica jazz, caratterizzato da uno stile libero e improvvisato, passi sincopati, vitalità e dinamismo. Il repertorio dei passi del Solo Jazz viene utilizzato sia per eseguire Routine coreografate (Shim Sham, Tranky Doo, Big Apple) sia per improvvisare singolarmente.
La caratteristica fondamentale è, infatti, la possibilità di personalizzare il proprio vocabolario di passi, in modo da poter esprimere al meglio la propria personalità.
Lo studio del Solo Jazz ha grande benefici anche per chi pratica già altre danze swing: infatti, oltre a migliorare la consapevolezza corporea, migliora la musicalità del singolo ballerino, la capacità di interpretazione e personalizzazione del proprio stile di ballo, sia individuale che di coppia.
Federica
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